Camp. Italiano ACSI Cronoscalata 2021 (Belluno) - massarob.info

Camp. Italiano ACSI Cronoscalata 2021 (Belluno)

 





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Grazie a Ivan per la domanda quindi ne approfitto per una veloce analisi “tecnica”. Senza la pretesa di avvalorare alcuna prestazione straordinaria ma per dare una connotazione “scientifica”/non di marketing.

Premessa: prevedevo di percorrere la salita in ~28' "basso"- 27’ "alto" (fatto in 26'13'') a ~23Km/h di media. Analizzandola -mai provata né vista prima del giorno della gara se non in video, la seconda metà è stata infatti percorsa dal recente Giro U23- era evidente una certa scorrevolezza accentuata anche da due tratti dove era possibile sviluppare velocità >30-35 Km/h.

La pendenza media <6% + la previsione di velocità la pone anche, secondo questo ottimo “report” Cannondale (LINK) sullo spartiacque perfetto tra prevalenza dell’aspetto aerodinamico vs. "puro" peso. Ovviamente vanno viste le combinazioni associate di entrambe le variabili (% salita, watt potenzialmente esprimibili per il tempo previsto = velocità prevista).
Il tutto sia come valore medio totale MA anche considerando eventuali peculiarità, per esempio tratti significativi in cui la media oraria si alza.
Qui il grafico altimetria (grigio) - velocità (verde, la linea più discontinua) espresse evidenziando la linea di velocità media (linea verde orizzontale. La sottile linea in verde che invece parte dall'origine - 0 - è il dispendio in kJ che però ho omesso dalla scala Y).


Qui i 2 grafici principali dal PDF "Cannondale" di cui sopra:



Quindi come in molti casi vanno fatte delle scelte costo-beneficio.
- Bicicletta: la solita nelle gare in salita, guarnitura 50-35 (usato solo ed esclusivamente il 50), cassetta 11-30. Ruote cerchi profilo 35 mm con tubolari. Fosse stata una salita più ripida la scelta poteva optare su un profilo più basso (27 o 30 mm), in alluminio ma con copertoncino o tubeless. Qui non ho dati concreti a supporto della percezione che la leggerezza del cerchio tubolare sia ormai quasi pareggiata da una maggiore scorrevolezza data da un profilo similare (30mm) montato però tubeless o copertoncini+camere in lattice o superleggere (~55-60g). E’ anche una tendenza che, per vari motivi, si è diffusa prima nelle sole gare a cronometro e lentamente ora anche in quelle su strada “tradizionali”.

- Casco: sempre prendendo spunto da grafico di cui sopra e dati salita ho optato per il Giro Aero Attack (penultima generazione). Molti test non lo mettono in estremo vantaggio aerodinamico rispetto ad altri caschi più recenti però…ha poche/minime (2) aperture sulla parte frontale/anteriore. Utilizzato senza visiera che però avrei montato se a) vi fossero state temperature più basse E b) la salita fosse stata ancora più veloce. Penso che qui venga spesso sottostimato l’impatto di questo accessorio: caschi con molte feritoie MA “chiuse” ossia senza un flusso in uscita (allo specchio controllare se si vede il “foro in uscita”) creano un effetto “scolapasta” non indifferente. Bilancio costi-benefici: per 25-30 minuti di evento si può sopportare una leggera minore ventilazione (in realtà non percepita) per avere un minor effetto “freno” in una delle estremità del corpo e quindi maggiormente esposte alla resistenza aerodinamica.

- Copri scarpe: rimanendo sulle estremità qui è dove si può teoricamente avere il massimo vantaggio in termini basilari di costi (€) - benefici. Qui un link a riguardo https://www.cyclingweekly.com/news/product-news/aero-kit-gives-bang-buck-221256
Ovviamente si fa riferimento a ben più alte velocità ma per transitività tutti questi concetti hanno appunto un senso, ovviamente riproporzionato su velocità inferiori, anche su salite pedalabili (rimando a grafico e PDF Cannondale White paper) e/o tratti in pianura.
Quindi copri scarpe usati perché con scarpe con 2 chiusure "BOA" queste sono un elemento esposto oltre che costantemente in movimento. Nel (tentativo) di passare a scarpe con lacci 


o strap (Fizik Aeroweave R2) probabilmente non avrei usato copriscarpe ma…non riuscendo ad abbandonate le scarpe in uso da due anni…questa è stata la scelta.

Negli anni scorsi ho usato anche Velotoze, in realtà per quelli interi servono temperature molto basse...o una buona predisposizione a far crescere le rane nelle scarpe 😁...vista l'umidità che si genera perché isolano completamente il piede. Il puntale a coprire anche solo 1 dei 2 BOA potrebbe fare qualcosa e non influisce sulla traspirabilità. Di contro è un prodotto che anche maneggiato con "cura" tende a rompersi anche solo se lo si guarda storto 😁.

- Sganci rapidi: confermo con chiusura a brugola e senza leva, minimo vantaggio aero (ma su estremità bici, prioritaria nell’anteriore, quasi ininfluente dietro) ma maggiore sicurezza di chiusura.
Non serviva una velocità di sgancio...avessi forato a) la gara era finita b) non c’è ovviamente assistenza meccanica. Il vantaggio qui è nell’ordine di qualche, forse singolo W, equivalente però agli ora tanto di moda cavi integrati…senza però lo svantaggio di tale sistema. (NB recente video dell’arrabbiatura di Cavendish col meccanico al Tour: lo sterzo non gira bene…con una bici “normale” la sostituzione del cuscinetto avrebbe richiesto 5 minuti…con cavi integrati che passano nel tubo di sterzo si deve smontare mezza bicicletta, rifare idraulica freni a disco ecc ecc)

- Borraccia: qui la logica è solo di peso essendo un modello che pesa da 1/3 a ½ in meno rispetto a una “tradizionale”. Con il vantaggio non secondario di avere un’ottima erogazione quando la si schiaccia e, con meno materiale plastico, anche un minor impatto ambientale una volta smaltita/riciclata.

- Body: rimando ad articolo precedente di Cyclingweekly anche qui è dove il rapporto costo (€) -beneficio è più facile. Più che la pendenza salita qui è la temperatura a poter far optare per una scelta più “tradizionale” (es poter aprire maggiormente la zip della maglia).


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